Noi che aspettiamo questo campionato mondiale di calcio qui a Doha, questo celebrato Qatar 2022, noi che qui ci viviamo e ci prepariamo ad accogliere milioni di visitatori in un mese circa, come stiamo?
Stiamo così, con i lavori in corso lungo le strade e a West Bay ormai perenni, le scavatrici, il traffico che aumenta insieme ai prezzi di ogni cosa.
Molti si lamentano: quella che è una festa per tifosi, appassionati di sport, visitatori sarà un periodo complicato per i residenti. Ma in fondo, questo è il prezzo da pagare per ospitare uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo, quando le luci di tutti i riflettori saranno puntate su questa piccola penisola affacciata sul Golfo persico.
Diciamocelo: in Qatar se la sono giocata un po’ alla From zero to Hero. Siamo passati da “Scusa, cosa? Doha? in Qatar? Ah, sì, dove sta Dubai!” a far sì che per un mese ci si disputi il premio calcistico più famoso al mondo, in una città relativamente piccola, in un paese piccolissimo. Per darvi un’idea: è come se i Mondiali si tenessero in Molise, ecco. E non me ne vogliano i Molisani là fuori.
E dunque dicevamo: da quando sono atterrata, a Natale dell’anno scorso, intorno a me ho visto solo strade deviate, lavori di scavo, nuovi hotel in cantiere. Doha sta beneficiando di un restyling totale per essere pronta per il calcio d’inizio. Oggi è dura, ma domani chi di noi vivrà ancora qui avrà una città ristrutturata, ricreata, con nuovi stadi, nuovi musei, nuove opportunità.
Altro aspetto da non prendere sottogamba, sono le chiusure annunciate a partire già dal 1 Novembre di una serie di strade e intere zone, fino alla fine del Mondiale. Sarà la volta buona che molleremo le auto e imparerò a usare la metropolitana.
Conseguenza naturale di questa chiusura delle strade (e del caos che ci sarà in giro, con un milione e mezzo di turisti in giro nell’arco di un mese – pare) sarà la chiusura delle scuole. Del resto, questo problema non si era mai posto prima altrove, essendo il torneo sempre stato in estate, mentre questo sarà il primo Mondiale invernale.
Strade chiuse, caos, scuole chiuse… cosa manca? Ah, i prezzi in rialzo, ovviamente. Case e auto hanno subito un’impennata, ma quel che tutti speriamo è che la bolla si sgonfi a Gennaio, finita la festa.
Eppure, eppure…non riesco ad essere arrabbiata. Sicuramente sarò stanca, con i bimbi a casa cinque (forse sei) settimane. Dovrò avere molta pazienza e fantasia per intrattenerli (anche se il tempo atmosferico sarà nella sua stagione migliore, e spero di riuscire a fare qualche gita fuori dalla pazza folla). Mio marito scomparirà per circa due mesi per ricomparire in uno stato probabilmente pietoso a fine Dicembre, dopo un tour de force lavorativo.
Eppure non sono arrabbiata. Spero con tutto il cuore che tutto vada bene, e che questo primo Mondiale in un paese musulmano, questo primo Mondiale invernale, siano un successo planetario. Che il Qatar si distingua, che sia riconosciuto l’enorme lavoro che questo piccolo paese sta facendo per farsi conoscere e riconoscere, e soprattutto per diversificare nei prossimi anni un’economia legata alle risorse nascoste sotto terra, e sotto il suo mare.
E questo credo dovrebbe essere l’atteggiamento giusto, positivo, di noi Residents. Che non saremo Citizens, è vero, che siamo forse tutti di passaggio, che a volte stiamo scomodi (ma ricordate quello che le zie di Amiche di Fuso vi ricordano da anni: il posto perfetto non esiste!) ma espatrio è anche questo: perché se il paese straniero in cui abitiamo vince, vinciamo tutti.
Veronica, Qatar
Grazie! Interessante sempre vedere le cose da diversi punti di vista. Auguri!
Grazie a te Renata 🙂